Almeno una volta tutti abbiamo avuto qualcuno di cui seguire le direttive: un genitore, un insegnante, un superiore in azienda… Hai mai pensato a cosa ti ha permesso di riconoscerli come padroni, capi o leader, al di là delle eventuali differenze di età o carattere?
Può sembrare un argomento che poco c’entra con la crescita personale ed il benessere olistico di cui mi occupo, ma in realtà ha un grandissimo impatto sulla tua vita, sia in termini fisici (vogliamo parlare delle gastriti, del dolore cervicale o delle coliti?), che emotivi (scarsa autostima, demotivazione, ansia… fino agli attacchi di panico).
Scommetto che quelli che sono davvero riusciti a farsi riconoscere da te nel proprio ruolo di leader, avevano almeno queste 3 caratteristiche in comune:
- Disponibilità all’ascolto;
- Competenza nel proprio ambito;
- Capacità di ammettere i propri errori ed immediata correzione del comportamento che li ha generati.
Cosa fare quindi, se ti ritrovi a dover sottostare alle direttive di un capo/padrone invece che di un leader? Come sempre, la prima (e spesso unica) strada percorribile è quella che parte da te.
Chiediti se tu per primo/prima hai le caratteristiche che ho elencato sopra: ti senti di essere leader di te stesso/te stessa? In caso contrario, potresti provare ad allenare quelle competenze: più sviluppi la tua autorevolezza interna, più sarai in grado di fronteggiare eventuali “invasioni di campo” in modo oggettivo e fermo, senza entrare in modalità reattive che facilmente ti mettono nell’angolo, fosse anche solo per questioni gerarchiche.
Avrai poi sicuramente notato che alcune delle dinamiche negative che si attivano negli ambienti di lavoro sono stranamente simili a quanto succede (o succedeva) in famiglia… Bene, sviluppare la tua capacità di leadership emozionale potrà tornarti sicuramente utile anche in quelle occasioni in cui, invece del capo, avrai davanti un “parente-serpente”.
Quali sono le caratteristiche che ammiri di più in un leader? Come potresti svilupparle, se già non le possiedi?