Che piaccia o no, del film “Barbie” si è parlato e si parlerà ancora per un po’.
E siccome nel sondaggio su Instagram sembra che la maggioranza di chi mi segue abbia espresso interesse anche per la mia opinione…eccoci qui 😉
Barbie: luci e ombre
Non ero convintissima di voler vedere questo film tutto rosa sulla bambola più stereotipata dell’occidente moderno ma, complici un pomeriggio afoso di fine luglio e l’invito di mia sorella, sono andata al cinema.
Premessa importante.
Alla cultura statunitense si possono imputare un sacco di difetti (per non dire che è la causa di molti degli impatti davvero problematici sulla salute mentale collettiva) ma su una cosa oltreoceano hanno un merito innegabile: sanno rendere la divulgazione, anche di concetti complessi, davvero alla portata di tutti.
Alla faccia delle baronie che ancora tengono sotto scacco molte delle nostre università, rendendo di fatto il ponte fra università e azienda praticamente impossibile da attraversare.
Detto questo, c’è il rovescio della medaglia: a furia di semplificare linguaggio e modalità espositive per creare contenuti for dummies, si finisce per appiattire, banalizzare e quasi condannare idee importanti a diventare poco più che slogan da maglietta.
E temo che questo sia successo, nonostante le buone intenzioni della regista, anche col film dedicato a Barbie.
Cosa ho apprezzato di “Barbie”
- attori e attrici che compongono il cast sono decisamente bravi, e ho apprezzato anche il cameo dei personaggi di Sex Education (quella sì, una serie per niente banale!)
- l’attenzione per la diversity: Barbie stereotipo è una, le altre sono tutte diverse e uniche.
Forse anche questo è un aspetto un po’ troppo forzato nel film, ma se serve perchè ci sia finalmente una rappresentazione reale di tutti gli esseri umani e non solo di quelli biondi e “perfetti”, va bene così. - per assurdo, in un film dedicato a Barbie, la spinta verso l’espressione delle emozioni al maschile promossa tramite la rivalità/amicizia fra Ken.
Ryan Gosling tra l’altro secondo me si è divertito parecchio in quelle coreografie, oltre ad avermi sorpreso per le doti canore 😉 - un paio di scene, tutto sommato marginali, ma che mi hanno trasmesso un po’ di più rispetto ai dialoghi e ai monologhi davvero troppo, troppo stereotipati.
Per evitare spoiler, cito solo la panchina alla fermata del bus nel mondo reale. - il fatto che, incrociando le dita, il rapporto fra Barbie e Ken potrebbe far fare un paio di riflessioni in più sugli equilibri uomo/donna e sulla questione di genere nel mondo del lavoro a chi magari non si è mai posto il problema…ma la speranza è flebile e comunque il messaggio è ancora troppo polarizzato.
“Barbie” e l’empowerment: non ci siamo
Come forse avrai intuito dall’elenco striminzito di quello che ho apprezzato del film su Barbie, il mio giudizio complessivo è abbastanza negativo.
Come accenno al punto 5 dell’elenco sopra, nonostante anche nel film si parli esplicitamente di empowerment, tutto viene ridotto al patriarcato e alla prevaricazione, storicamente dell’uomo sulla donna, fatta vivere al contrario da Barbie a Ken “così capisci l’effetto che fa”…gne gne gne.
Certo, sicuramente il monologo di America Ferrera non fa una piega…se parliamo di persone dell’età del personaggio che lei rappresenta.
Il mio dubbio e, dirò di più, la mia paura, è che continuando ad esprimerci in termini di “società cattiva che mi impone aspettative assurde e non mi permette di essere ciò che voglio” l’effetto sia tragicamente DIS-empowering, anche e soprattutto sulle bambine e adolescenti che ci guardano puntare il dito fuori invece di rinforzarci da dentro.
Il problema di fondo di Barbie
Sono proprio sbagliate le premesse di fondo, nel messaggio sull’empowerment di Barbie.
Finchè continueremo a pensare di dover rivendicare i nostri diritti, invece di sentirci naturalmente legittimate ad esercitarli, saremo sempre nella posizione della bambina che chiede il permesso al papà e poi si arrabbia se lui le dice no.
Oltre al fatto che continuare a farne una contrapposizione di genere non fa che allontanare la possibilità di un dialogo costruttivo E inclusivo: ingiustizie, prevaricazioni e abusi di potere non riguardano solo le donne, purtroppo.
Barbie quindi è un’occasione persa per parlare di empowerment?
Temo di sì, ma questa è solo la mia opinione.
D’altra parte, non vorrei neanche dare troppa responsabilità ad un film che, ripeto, avrà mille buone intenzioni, ma è soprattutto una macchina da soldi.
Tra l’altro vorrei anche sapere cosa ne faranno, di tutta quella plastica delle scenografie.
Tu l’hai visto? cosa ne pensi? 😉