Ci sono i pochi fortunati che la azzeccano al primo colpo: si conoscono sui banchi di scuola, si innamorano come solo gli adolescenti e i cinquantenni a Santo Domingo sanno fare, e poi veleggiano più o meno indisturbati verso la convivenza, il matrimonio, i figli…
Ne ho conosciute di coppie così: i miei ex suoceri, ad esempio.
Giusto per dire che purtroppo la fortuna non è ereditaria.
Poi ci sono quelli che applicano la ferrea legge della roulette: “rien ne va plus”. Se il matrimonio finisce, si chiude il capitolo relazione e buonanotte ai suonatori.
Anche qui ho esempi molto, molto vicini in famiglia.
All’opposto, ci sono quelli che “oddio, sono già tre mesi, inizio a sentirmi soffocare”: impossibile per loro rimanere in una relazione più a lungo di quanto lo sia per altri trattenere uno starnuto. Però loro sono eternamente innamorati…e la cosa ha un che di romantico, dai.
Infine ci siamo noi che almeno una volta, magari anche due, ci abbiamo proprio creduto (o voluto credere) veramente.
Poi è finita e da un pò camminiamo sulle uova, in bilico fra la voglia di lasciarci andare al sentimento e la memoria pavloviana delle troppe notti a guardare il soffitto sgranando il rosario dei vaffa e dei perchè.
Ecco, colleghi equilibristi, magari mi sbaglio ma se c’è una cosa in cui di sicuro siamo diventati bravi è sapere quello che NON vogliamo.
Se abbiamo fatto i compiti, abbiamo finalmente capito che i compromessi ci stanno, ma non a tutti i costi.
Che è meglio mostrarci come siamo da subito, invece di indorare la pillola e poi passare dal rossore innocente di Biancaneve al verde fegato di Hulk al primo scazzo un pò più serio.
Se ci siamo concessi del tempo in solitudine, senza usare gli altri come cerotti, bambole gonfiabili o alternative a Netflix, magari abbiamo anche imparato ad apprezzare questo tempo in compagnia di noi stessi.
E allora, se arriva qualcuno degno di farci fare scelte diverse su come investire il nostro tempo prezioso, bene.
Altrimenti pizza, amici, divano e a posto così, grazie.