“La Befana vien di notte, con le calze tutte rotte, con le toppe alla sottana… Viva, viva la Befana!”. Per fortuna questa filastrocca è benevola con la nostra malandata patrona del 6 gennaio, ma sappiamo che spesso “Befana” è un epiteto poco gentile usato per etichettare le donne come zitelle noiose e inacidite.
Il fatto che poi la Befana sia dotata di scopa, voli, e possa estrarre dal suo calderone anche carbone per i “bimbi cattivi”, rende molto facile associarla alle streghe, capaci di ben altre magie e, per questo, punibili ferocemente.
Ci sono fasi in cui le donne in effetti incarnano l’archetipo della Befana: possono essere periodi brevi, legati al ciclo mestruale; la settimana prima del mestruo, ad esempio, potresti sentirti più sensibile, apparentemente più scontrosa, meno incline a sopportare in silenzio quelle che senti come piccole o grandi ingiustizie. Oppure ci possono essere periodi più lunghi, in cui ti ritiri in te stessa, magari trascurando un po’ l’aspetto esteriore a favore di una maggiore attenzione per quello che avviene nella tua interiorità. In questi momenti anche la socialità si riduce, ed è più facile che cerchi la compagnia di altre donne con cui condividere stati d’animo e i frutti delle tue ricerche interiori.
Il mio invito, oggi, è di accogliere e celebrare le tue “fasi befanesche”. Non c’è niente di sbagliato né in te, né nel tuo corpo, né nella tua psiche. Al contrario, ci sono grandi potenzialità che non vedono l’ora di esprimersi, e possono farlo solo se concederai loro la massima attenzione.
E se sei un uomo con la voglia di capire meglio quello che succede alle donne, il suggerimento è semplicemente di essere presente. Senza voler aggiustare lo stato d’animo femminile (non siamo “rotte”), né usare il sarcasmo per mettere a tacere delle verità un po’ scomode che finalmente ci permettiamo di esprimere. Se ti concederai di essere testimone di queste nostre fasi di trasformazione, potresti avere la bella sorpresa di essere coinvolto nel nostro vortice, sperimentando anche tu una liberazione dagli stereotipi. Come in una danza: se non senti la musica, come fai a capire perché balliamo?