Si può trasformare la rabbia in passione e farla diventare una forza costruttiva?
L’ho fatto decine di volte, ma è ancora uno dei miei momenti preferiti quando mi metto in viaggio: seduta e con le cinture allacciate, sento i motori che iniziano ad aumentare i giri; il rumore diventa sempre più forte, e con lui le vibrazioni che dal pavimento si propagano al mio corpo; quando sembra che tutto stia per esplodere, per una frazione di secondo c’è calma assoluta, poi la velocità mi schiaccia contro il sedile ed inizia la rincorsa folle sulla pista, in una gara apparentemente impossibile contro la gravità. Un attimo di vertigine, e sto volando.
La passione per me è esattamente questo: una forza propulsiva così potente da farmi superare qualunque cosa si frapponga fra me e i miei obiettivi, fra i desideri profondi del mio cuore e i tiri mancini della mente. Anche la rabbia lo permetterebbe, ma alla maniera di un caterpillar: travolgendo ogni ostacolo sul suo passaggio e lasciando macerie dietro di sé.
La passione invece solleva lo sguardo in modo da permettermi di vedere la meta in ogni momento: so che ci saranno difficoltà per raggiungerla, ma so anche che troverò il modo per superarle andando oltre.
Lo sanno bene gli sportivi, quando si preparano ad una gara; lo sanno le donne in sala parto; lo sa lo studente che prepara un esame cruciale: ci sono risorse speciali che si attivano quando tutto il tuo corpo, la tua mente ed il tuo cuore sono allineati per la conquista di un traguardo importante.
Sarebbe importante farci caso, e registrare bene quello che sta succedendo in quei momenti.
La quantità di energia in gioco è la stessa di quando qualcosa ti fa arrabbiare moltissimo: esattamente come l’aereo che usa tutta quella potenza accumulata per poter decollare, tu puoi incanalare la forza della rabbia, utilizzandola ad esempio per osare un passo che richiede grande coraggio, o per superare la pigrizia e finalmente fare qualcosa che rimandavi da tempo.
Un esempio concreto? Sbattere un tappeto o un materasso per sfogare l’energia cinetica compressa (spesso nella zona del plesso solare, o della gola) e contemporaneamente fare qualcosa di utile. Anche lavare a mano la macchina, riordinare un armadio o strappare le erbacce in giardino sono tutte attività utilissime per trasformare l’energia potenzialmente auto-distruttiva in una manifestazione costruttiva.
Il risultato finale sarà un maggior senso di calma e anche una bella iniezione di autostima che vengono dal completamento di ogni compito, grande o piccolo che sia. Se fatti con consapevolezza, questi piccoli esercizi terapeutici potranno diventare via via più complessi, anche grazie all’utilizzo cosciente di strumenti come il respiro e la visualizzazione.
Come ogni percorso che si rispetti però, è sempre bene iniziare dal più piccolo dei passi: quale sarà il tuo?