Quanto conta la verità nella tua vita?
Da un po’ di sere ho iniziato a vedere “White Collars” su Netflix: ammetto che parte del merito è del coprotagonista Matt Bomer alias Neal Caffrey (morettone con gli occhi blu, ahem); sono solo alla seconda stagione e, pur trattandosi di una serie tv vecchiotta, non vorrei rischiare spoiler, quindi mi limito alle considerazioni su ciò che ho visto finora. Quello che trovo ben fatto è la rappresentazione delle dinamiche emotive di Neal, giocate fra il piacere che gli dà la sua vita da ladro e falsario d’arte (quindi bugiardo professionista), e i legami affettivi che lo portano continuamente a mettere in discussione questo suo ruolo.
Personalmente, penso che in alcune circostanze e solo in alcuni ambiti, esiste la possibilità di non essere completamente sinceri ma di sentirsi comunque a posto con la propria coscienza. Ma su una cosa mi sento di essere categorica: è impossibile mentire a te stesso senza conseguenze. Se puoi eludere i cancelli della coscienza quando evadi le tasse (qualcuno pensa che sia un diritto non pagarle… discorso lungo e molto ambiguo), o quando ti dai per malato solo per prenderti una tregua dal lavoro (pratica che potrei annoverare fra le “bugie bianche”, quando non perpetuata all’inverosimile).
In molti riescono a mentire spudoratamente al partner per anni (nel mio articolo sul perché alcune relazioni d’amore non funzionano ti ho raccontato anche la mia esperienza personale) e anzi, sembrano trarre una certa soddisfazione dall’adrenalina che questo causa, ma quando si tratta di fare i conti con quello che si agita dentro di te, che sia palese o manifestato da una somatizzazione, tutti i nodi vengono al pettine.
Quel prurito in gola che non passa mai, quelle macchie che improvvisamente compaiono sulla pelle, quel dolore lombare o cervicale che non dà tregua nonostante tutti i trattamenti, quell’insonnia cronica ormai da anni… Dentro di te sai che si tratta di segnali che il corpo ti invia, ma preferisci ignorarli e classificarli come effetti collaterali dello stile di vita, dell’età o dello stress, piuttosto che imparare a leggerli, perché ti spaventa quello che potresti scoprire. E, ancora di più, ti fa paura l’idea di non poter più ignorare la verità una volta che sarà venuta a galla, perché a quel punto sarà molto più difficile mantenere lo status quo: sarai costretto a cambiare, e le conseguenze del cambiamento potrebbero essere anche molto dolorose.
Cosa fare quindi? Cerca di essere sincero il più possibile, almeno con te stesso! È importante capire che in certe circostanze preferisci mentire perché sei spaventato, ma che devi assumerti comunque la responsabilità della verità, perché è solo così che potrai veramente essere un adulto libero e consapevole.
Imparare l’arte della responsabilità totale è un percorso lungo e non esente da fallimenti e ricadute; quando vuoi, sai essere un giudice feroce ed implacabile anche verso i tuoi piccoli, umanissimi sbagli. Per questo è indispensabile anche una grande dose di compassione verso te stesso.