Una delle difficoltà più grandi, nella gestione dei conflitti, è legata ai pregiudizi (spesso inconsci) che portano ad identificare la persona col problema.
Sul lavoro, poi, incomprensioni che si trascinano da tempo, un processo di delega gestito male, un clima generale di incertezza, situazioni personali delicate…sono elementi aggiuntivi ai pregiudizi che rischiano di portare a personalizzare questioni che, altrimenti, potrebbero rimanere puramente professionali.
Perché, ammettiamolo, sarebbe bello andare d’amore e d’accordo con tutte le persone con cui lavoriamo, ma non sempre è possibile.
Quello che però è fattibile (e auspicabile) è creare un rapporto di rispetto dei ruoli professionali.
E pazienza se non nascerà un’amicizia profonda.
Quante “questioni di principio” hanno portato a conflitti esacerbati, perdite di tempo infinite, addirittura richieste di trasferimento o dimissioni, con impatti negativi enormi sul clima che si respira in ufficio?
❓Qual è il modo migliore che conosci per separare la persona dal problema, quando senti che la questione tocca nervi scoperti?
❓Secondo te ci sono differenze fra i conflitti in ufficio e a casa? Se sì, quali?
Ti aspetto nei commenti!